gennaio
22gen21:30- 22:30Giorgio Colangeli, Manuela Mandracchia - LE VOLPI21:30
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Mercoledì 22 gennaio,
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Mercoledì 22 gennaio, ore 21:30
Nell’ombra di una sala da pranzo, all’ora del caffè, in un’assolata domenica di agosto, si incontrano due piccoli notabili della politica locale e la figlia di una di loro. Tutto intorno i pensieri volano già al mare e alle vacanze, eppure restano da mettere in ordine alcune faccende che interessano i protagonisti della storia.
Davanti a un vassoio di biscotti vegani, si confessano legittimi appetiti e interessi naturali, si stringono e si sciolgono accordi, si regola la maniera migliore di distribuire favori e concessioni, incarichi di servizio e supposti vantaggi.
La provincia italiana è la vera protagonista della vicenda, quale microcosmo in cui osservare le dinamiche di potere, che hanno sempre a che fare con i desideri e le ossessioni degli individui. Morbidamente, si scivola dentro un meccanismo autoassolutorio per cui è legittimo riservarsi qualche esiguo tornaconto personale, dopo essersi tanto impegnati nella gestione della cosa pubblica.
La corruzione è proprio questo concedere a se stessi lo spazio di una impercettibile eccezione. Come scrive Leonardo Sciascia nel suo romanzo “Todo modo”: “I grandi guadagni fanno scomparire i grandi principi, e i piccoli fanno scomparire i piccoli fanatismi”.
Giorgio Colangeli, è uno degli attori più richiesti e amati del cinema d’autore italiano: ha vinto il Nastro d’Argento nel 1999 per “La cena” di Ettore Sola e il David di Donatello nel 2007 per “L’aria salata” di Alessandro Angelini. Sempre sullo schermo ha interpretato Salvo Lima ne “Il divo” di Paolo Sorrentino e ha lavorato con Rubini, Muccino, Luchetti, Genovese, tra i moltissimi altri. Partecipa al film “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi, nel ruolo di Sor Ottorino Santucci. In teatro ha recentemente interpretato Papa Ratzinger ne “I due papi” di Anthony McCarten.
uno spettacolo di Lucia Franchi, Luca Ricci
con Giorgio Colangeli, Manuela Mandracchia (Antonella Attili), Federica Ombrato (Luisa Merloni)
costumi Marina Schindler
suono Michele Boreggi, Lorenzo Danesin
luci Stefan Schweitzer
tecnico Piero Ercolani, Nicola Mancini
amministrazione Riccardo Rossi
ufficio stampa Maria Gabriella Mansi
foto Luca Del Pia, Elisa Nocentini
scena e regia Luca Ricci
produzione Infinito SRL
Quando
(Mercoledi) 21:30 - 22:30
Luogo
Nuovo Teatro Pacini
Piazza G. Montanelli snc – Fucecchio (Fi)
Evento Organizzato da
Teatrino dei Fondi
febbraio
8feb21:30- 22:30LELLA COSTA. OTELLO - di precise parole si vive21:30
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Sabato 8 febbraio
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Sabato 8 febbraio 2025, ore 21:30
Succede con i grandi autori, forse soprattutto con Shakespeare: i loro testi, le loro storie, i loro personaggi sono, letteralmente, immortali. Continuano a parlarci, a stupirci, a incantarci; a volte ci aiutano perfino a capire chi siamo, cosa ci sta succedendo adesso.
E quando incontri una di queste storie perfette in genere te ne innamori, e soprattutto ti rendi conto che non avrebbe alcun senso provare a inventarne un’altra per dire le stesse cose, ma che è lecito, forse perfino doveroso, continuare a raccontare quella. Precisamente quella.
E’ quello che è successo a Gabriele Vacis e a me, e non una volta sola.
E’ quello che ci ha entusiasmati a tal punto da pensare di riportare in scena, dopo 24 anni, il nostro Otello, preservando intatta la sostanza narrativa (Shakespeare) ma intervenendo e modificando quelle parti in cui l’attualità, o meglio la contemporaneità, richiedevano un aggiornamento. Quelle parti in cui lo stesso Bardo si divertiva a inserire allusioni e citazioni per noi incomprensibili (chi mai sarà quel “Signor Angelo” che condiziona perfino il Doge?), ma che sicuramente per gli spettatori dell’epoca erano chiarissime, e probabilmente molto divertenti.
Se poi ci aggiungiamo una trama folgorante, il cui riassunto potrebbe sembrare una notizia di cronaca di oggi (un lavoratore straniero altamente qualificato, un matrimonio misto, una manipolazione meschina e abilissima, un uso doloso e spregiudicato del linguaggio, un femminicidio con successivo suicidio del colpevole), allora ci rendiamo conto di quanto bisogno abbiamo di continuare a raccontare e ascoltare questa storia.
Precisamente questa.
Lella Costa
Note di regia
Ho sempre pensato che Otello fosse la tragedia dell’uccidere per amore. Se il Moro soffocasse Desdemona perché la odia non ci sarebbe dramma. Invece, che Otello ammazza la sua donna perché la ama, continuiamo a raccontarcelo dopo quattro secoli. E’ così, no? La tragedia si annida nel contrasto, nella contraddizione inconciliabile.
Bene: ho appena espresso una stupidaggine.
Sì, perché oggi sappiamo che quello non è amore. Non c’è mai amore quando c’è violenza e sopraffazione. E questo ce l’hanno insegnato le donne. Le più giovani in modo molto risoluto. Quello che ho enunciato, che Otello uccide Desdemona per amore, è un principio patriarcale. Proprio patriarcale, attenzione, non maschilista. Il maschilismo è un modo di comportarsi: quando mi accorgo, o mi costringono a prendere atto che è sbagliato, la smetto. E’ come fumare, lo so che fa male, però quando comincia a prendermi una qualche cardiopatia, smetto. Certo ci sono i recidivi, però anche loro lo sanno che stanno facendo una cosa sbagliata, anche se magari lo negano o lo giustificano con qualche ostentazione di libertà o pretesa di scorrettezza politica. Il patriarcato no. Non è che possiamo scegliere se essere o non essere patriarcali. Il patriarcato ce l’abbiamo dentro, in profondità, perché comincia da Zeus che si prende tutte le donne che gli piacciono, volenti o nolenti. Perché tutta la cultura occidentale, lo stesso continente in cui viviamo prende il nome da una ragazza, Europa, rapita dal patriarca per eccellenza, Zeus, appunto. E poi ci sono i patriarchi della Bibbia, l’altra colonna della nostra cultura, che non è che trattino le donne con grandi riguardi. Dev’essere per questo che tanti maschi sono disposti a riconoscersi maschilisti, perché da quello si può guarire, ma appena pronunci la parola patriarcato partono con infinite ed eruditissime contestazioni antropologiche, storiche, sociali il e chi più ne ha più ne metta.
Raccontare l’Otello con Lella Costa significa provare a capire cosa possiamo fare, noi maschi, per emanciparci dall’umiliante condizione di oppressori a cui siamo condannati dalla storia.
Me li vedo già, anche certi amici miei a pensare: ecco il solito maschio pentito che vuole autoflagellarsi e vai col tango… queste, ormai, sono le parole dell’arroganza maschile, sono le parole di chi insulta il padre di Giulia Cecchettin mentre cerca le parole per liberarci dalla prigione del patriarcato. Perché prima di tutto si tratta di trovare le parole, precise parole che ci aprano alla comprensione di tutti gli Otelli vittime di sé stessi prima ancora che dei tanti Iago che ci ammorbano, ma soprattutto precise parole che ci aiutino a comprendere la tragedia vera di Desdemona, che si annida nel profondo delle anime.
Gabriele Vacis
drammaturgia Lella Costa e Gabriele Vacis
scenofonia Roberto Tarasco
scene Lucio Diana
regia Gabriele Vacis
Produzione Teatro Carcano
Distribuzione Mismaonda
“Di precise parole si vive, e di grande teatro”
(Ivano Fossati, Discanto)
Quando
(Sabato) 21:30 - 22:30
marzo
15mar21:30- 22:30CORNACCHIONE, QUARTULLO, FAIELLA - BASTA POCO21:30
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Sabato 15 marzo,
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Sabato 15 marzo, ore 21:30
Palmiro, un tipografo sull’orlo del fallimento, vive in un appartamento popolare di proprietà della Regione, intestato ai genitori deceduti da alcuni anni, pur non avendone diritto.
Per non pagare il TFR alla sua unica dipendente, una donna ungherese della quale è segretamente innamorato, le offre la convivenza garantendole vitto e alloggio.
Un giorno riceve lo sfratto e l’appartamento viene assegnato ad una famiglia di origini rom; si trova così al centro di una disputa politica tra centri sociali, che lo vorrebbero cacciare, e neofascisti che lo difendono strumentalmente in cambio di un’adesione ideologica che metterà a dura prova le sue certezze politiche.
Palmiro ne uscirà profondamente cambiato diventando un eroe, suo malgrado.
Antonio Cornacchione scrive una farsa divertente ma ruvida, politicamente scorretta, con alcuni echi del periodo più ‘comicamente impegnato’ del teatro di Dario Fo, affiancato in scena da un istrionico Pino Quartullo e dalla irresistibile verve di Alessandra Faiella.
di Antonio Cornacchione
con Antonio Cornacchione, Pino Quartullo e Alessandra Faiella
regia Marco Rampoldi
produzione CMC/Nidodiragno
Quando
(Sabato) 21:30 - 22:30
Luogo
Nuovo Teatro Pacini
Piazza G. Montanelli snc – Fucecchio (Fi)
Evento Organizzato da
Teatrino dei Fondi
26mar21:30- 22:30LODO GUENZI - CERCANDO IL VUOTO21:30
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Mercoledì 26 marzo
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Mercoledì 26 marzo 2025, ore 21:30
Tratto da una storia vera, la pièce è ambientata nel 1985 durante la scalata nelle Ande Peruviane, dove gli alpinisti Joe Simpson e Simon Yate restano vittime di un incidente durante la fase di discesa che provoca la caduta di Joe in un dirupo. Simon, per non rischiare di precipitare assieme al suo compagno, è costretto a tagliare la corda da arrampicata. La storia si ambienta tra passato e presente, tra passione, sensi di colpa, amicizia e resilienza, in un tempo e spazio che si fondono costantemente, ponendo il pubblico in un interrogativo costante: “cosa avremmo fatto al posto di Simon?”.
Rappresentato per la prima volta in Italia, il testo del drammaturgo scozzese, recensito in maniera molto positiva dalla critica estera, pone alla base dell’opera il tema delle scelte, etiche e non, che circondano gli eventi.
di David Greig
traduzione Monica Capuani
con Lodo Guenzi, Eleonora Giovanardi, Giovanni Anzaldo e Matteo Gatta
regia Silvio Peroni
produzione Pierfrancesco Pisani e Isabella Borettini per Infinito e Argot Produzioni
Ph Lodo Guenzi: Andrea Ciccalè
Quando
(Mercoledi) 21:30 - 22:30
Luogo
Nuovo Teatro Pacini
Piazza G. Montanelli snc – Fucecchio (Fi)
Evento Organizzato da
Teatrino dei Fondi
aprile
5apr21:30- 22:30Gaia De Laurentiis - UNA GIORNATA QUALUNQUE21:30
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Sabato 5 aprile,
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Sabato 5 aprile, ore 21:30
Commedia divertente e vivace che traccia un caustico ritratto delle nevrosi femminili condensando il meglio della comicità di Dario Fo e Franca Rame. La protagonista è una donna, Giulia che si è separata dal marito dopo 35 anni di matrimonio e che vive sola in una casa piena di aggeggi elettronici. Di mestiere fa la manager pubblicitaria e quindi ha nella sua casa ufficio tutta la strumentazione necessaria per fare filmati. La solitudine la sta logorando e non ha più voglia di vivere. Ha deciso di suicidarsi e di lasciare un messaggio video all’ex marito nel quale vuole confessargli di averlo molto amato e dove vuole parlargli della sofferenza della separazione dalla quale sono scaturiti per lei molti vizi come il fumo, l’alcol ed il mangiare senza regole.
Nel suo monolocale ha creato diversi congegni elettronici per contrastare questi vizi. Mentre si organizza per registrare il videomessaggio e per compiere il ‘gesto estremo’ comincia a suonare il telefono. Si scopre che un giornale dall’invitante titolo Salute ha pubblicato un articolo di una psichiatra che dà consigli contro la depressione.
Alla fine dell’articolo compare un numero di telefono, che è inopinatamente quello di Giulia. Così riceve telefonate da donne disperate che hanno bisogno di consiglio e di aiuto. Inutilmente cerca di far capire di non essere lei la psichiatra. Le donne insistono, vogliono sapere, e così nascono delle conversazioni che finiscono per diventare molto comiche e surreali. Oltre alle telefonate continue di vari personaggi irrompono nella casa di Giulia anche due ladri che contribuiscono a rendere ancora più esilarante la situazione.
Tutto si risolve in maniera comica e grottesca perché le strampalate vicissitudini e accadimenti concorrono a far sì che Giulia non raggiunga lo scopo di passare a miglior vita, soprattutto lei stessa si rende conto di non essere la sola ad avere problemi e che il mondo fuori da casa è strapieno di solitudine.
Daniela Celani per Synergie Arte Teatro
Gaia De Laurentiis, Stefano Artissunch
e con Lorenzo Artissunch
regia Stefano Artissunch
musiche Banda Osiris
Quando
(Sabato) 21:30 - 22:30
Luogo
Nuovo Teatro Pacini
Piazza G. Montanelli snc – Fucecchio (Fi)
Evento Organizzato da
Teatrino dei Fondi